Bevendo tè in India si rischia l’arresto

In India un uomo si è visto mettere le manette ai polsi perché «beveva il tè con fare sospetto».

Vijay Patil stava semplicemente bevendo una tazza di tè in un chiosco della sua città quando, ad un certo punto, è stato avvicinato da un agente che gli ha chiesto cosa stesse facendo. Patil ha risposto che stava bevendo del tè, ma l’agente non gli ha creduto e ha pensato bene di trascinarlo alla centrale di polizia visto che l’atteggiamento di Vijay gli era parso «sospetto».

A far riflettere su tutta la vicenda, già incredibile di per se, è che l’agente non si è comportato neanche in maniera troppo eccessiva o fuori dal comune, visto e considerato che in India c’è proprio una legge che autorizza la polizia a mettere in custodia cautelare tutte quelle persone che per qualunque ragione dovessero destare qualche sospetto.

Si tratta di una legge che è stata oggetto di moltissime polemiche e di vari tentativi di eliminazione, perché in effetti, per come è stata scritta, si presta ad equivoci e ad abusi da parte della polizia.
La fortuna di Patil è stata quella che il giudice che avrebbe dovuto convalidare l’arresto, ha ritenuto che non ci fosse un fondato motivo per ritenere che l’imputato fosse sul punto di commettere un reato, ordinando quindi il rilascio di Vajay Patil.

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